Promettente calciatore classe 2001, lui è il mediano della Belfiorese, il metronomo che detta i tempi, il motore del gioco. Nonostante la giovane età si distingue per la sua grande personalità. Iscritto all’Università di Vicenza, Ingegneria Gestionale, oltre al calcio adora molto il tennis che in questo periodo riesce a praticare più spesso. Inizia la sua avventura nella Scuola Calcio della Virtus Verona per poi crescere calcisticamente nel Settore Giovanile del Chievo Verona con cui disputerà ben 7 campionati fino alla formazione Under 17. Ritorna in Virtus per altri 2 anni militando prima negli Allievi Élite e poi alla Berretti. Dalla scorsa stagione veste la maglia biancazzurra della Belfiorese. Ciao Federico e ben ritrovato.Come giudichi il tuo inizio di stagione ed il tuo stato di forma??Nonostante non sia stato per niente facile riprendere dopo il lungo stop dovuto alla nota emergenza, penso che l’inizio di questa stagione sia stato positivo sia per me che per la squadra in generale, anche se sono convinto che il meglio debba ancora venire. In questo periodo sia io che i miei compagni stiamo facendo il possibile per mantenerci in forma. In particolare, per mantenere la condizione io mi dedico soprattutto alla corsa intervallata da esercizi di forza, mobilità articolare, stretching e postura.Dopo questo brillante inizio di stagione dove può arrivare la Belfiorese??L’obbiettivo primario di questa squadra resta sempre quello della salvezza. Poi, se al ritorno in campo continueremo a lavorare duramente come abbiamo sempre fatto fino adesso, allora sono sicuro che quest’anno potremmo davvero toglierci belle soddisfazioni. Ne sono convinto, anche perché fin’ora non ho visto squadre nettamente più forti di noi, anzi tutt’altro.Ci sono differenze tra questa squadra e quella della passata stagione??Direi che anche quest’anno c’è un bel gruppo, il clima è molto sereno e non manca di certo l’ambizione. Rispetto all’anno scorso secondo me sono cambiate alcuni aspetti soprattutto dentro al campo come ad esempio gestire un po’ di più la palla e cercare di imporre sempre il nostro gioco qualunque sia l’avversario di turno. Ed in più, c’è anche quella sensazione di poter fare qualcosa di importante, pur sempre rimanendo con un profilo molto umile. Ci vuoi raccontare un po’ dei tuoi 7 anni al Chievo??Sono molto contento e soddisfatto del percorso che ho avuto al Chievo. È stata un’esperienza fantastica che mi ha aiutato a crescere molto sia dentro al campo che fuori. In questi ambienti ti abituano a vivere il calcio da “professionista” già da piccolo. In quegli anni ho incontrato tanti giocatori molto forti dei quali con alcuni ho avuto la fortuna di poterci giocare assieme, altri invece solamente da avversari. Alcuni di loro oggi si stanno già ritagliando spazi importanti in serie A e B, come ad esempio Emanuele Zuelli che ancora oggi è tesserato con il Chievo, e poi ho incontrato da avversario Daniel Maldini, figlio di Paolo, oggi al Milan. Hai qualche ricordo o aneddoto a cui sei particolarmente legato??Ho diversi bei ricordi ma sicuramente quelli che mi porto dentro con più felicità sono un mio goal al Bologna allo stadio San Siro durante un torneo al mio primo anno al Chievo, gioia che per me, da tifoso interista, vale il doppio. Poi c’è anche un mio goal sempre con il Chievo realizzato all’Ajax durante la semifinale di un torneo giocato a Lodi. Bellissimi ricordi che porto sempre con me e solo a ripensarci mi vengono ancora oggi i brividi.
24 novembre 2020