Promettente centrocampista classe 2000, lui è Belfiorese di nascita ma è cresciuto calcisticamente nel Settore Giovanile dell’Hellas Verona fino agli Allievi Nazionali. Ancora oggi vive a pochi metri dal campo sportivo biancazzurro da dove ha iniziato a tirare i suoi primi calci al pallone. Da qui spicca il volo la sua avventura, prima approda al Settore Giovanile della Speme e poi a quello della Sambonifacese fino ad arrivare al tesseramento nella società gialloblu cittadina dove resterà per 3 stagioni. Gioca poi in Eccellenza con la Provese e in Serie D col Villafranca prima del suo ritorno alla Belfiorese nella passata stagione. Nonostante la giovane età si è messo subito in luce per le sue doti tecniche, soprattutto per la sua duttilità, virtù molto apprezzata dagli allenatori. Non desiste per niente di fronte ad avversari molto più esperti e veterani di lui, si batte come un leone. Data la sua giovane età ha ancora moltissimi margini di miglioramento.

Ciao Pietro, ben ritornato a Belfiore.Raccontaci un po’ i tuoi tre anni all’Hellas Verona, è stata una bella esperienza?? Gli anni trascorsi nelle file dell’Hellas Verona sono stati bellissimi, è stata un’esperienza indimenticabile, molto costruttiva che mi ha aiutato nella mia crescita calcistica. Facevo parte di un bel gruppo e con molti di loro mantengo ancora oggi i contatti perché sono rimasti ottimi rapporti. Tra i ricordi più belli di quel periodo che conservo con me c’è la partecipazione al “Trofeo Ferroli”, importante torneo dove ho potuto sfidare niente popodimeno che la formazione del Real Madrid allo stadio Berti di Caldiero, le tribune quel giorno erano riempietissime ed incontrare le celebri “merengues” spagnole non capita tutti i giorni. Poi ricorderò sempre anche il mio gol realizzato nel derby scaligero contro il Chievo Verona, bello ed importante perché di fatto ha sancito la fine della gara terminata sul 3-1.

Hai già giocato in Eccellenza ma anche in D, che differenze ci sono tra queste due categorie?? Differenze tra le due competizioni ce ne sono e, a mio avviso, anche importanti. La Serie D è un campionato più difficile, conta molto la tecnica, la fisicità della squadra e la velocità di pensiero dei calciatori. Inoltre, è accaduto a me nell’anno di Villafranca, in D incontri compagini e piazze di livello e caratura importantissime, come ad esempio Como, Mantova e Pro Sesto, sono tutte società di passaggio dalla D perché abitudinarie di categorie superiori. Poi devi stare molto attento anche a non fare figuracce a livello di prestazione, specialmente quando tra gli avversari trovi in rosa ex professionisti.

Dopo tanti anni il tuo ritorno a Belfiore, che ambiente hai ritrovato?? A Belfiore ritrovo un’ambiente umile e familiare ma allo stesso modo ambizioso che punta a far bene, come piace a me. Alla Belfiorese ci sono persone sempre disponibili e cortesi, sono davvero contento di essere ritornato qui perché sto bene e per me è come essere tornato a casa.

Dei tuoi compagni di quest’anno cosa ci puoi dire, che gruppo siete?? Quest’anno siamo proprio un bel gruppo, molto coeso, trovando fin dall’inizio un ottimo feeling tra ‘giovani’ e ‘vecchi’. Del gruppo conoscevo già Lorenzo Ghiotto, con me alla Provese, e poi mio cugino Andrea Mosele, noi due siamo cresciuti praticamente insieme. Con lo staff ed il mister mi trovo a meraviglia, tutti molto disponibili e sempre pronti ad ascoltarti. Mister Lonzar è un giovane allenatore ma ha idee chiare ed il suo modo di fare calcio piace molto. Non vedo l’ora di ricominciare ad allenarmi e di riprendere finalmente con le gare ufficiali, speriamo davvero che tutto questo avvenga presto.

14 novembre 2020

Categorie: Calcio