Intervista all’attaccante della Belfiorese Emilio Brunazzi pubblicata all’interno della rubrica dedicata all’iniziativa “Pallone d’Oro 2022” de L’Arena di Verona.

EMILIO BRUNAZZI NON HA BISOGNO DI PRESENTAZIONI. In classifica c’è finito suo malgrado perché ha fatto incetta di bonus tecnici. Del resto, è il prototipo del bomber di razza, quello che segna caterve di gol in ogni categoria. Infatti, le 200 marcature in carriera non sono lontane «anche se non ho idea di quante me ne manchino», sorride in collegamento con Road to…Pallone d’Oro nascondendo a fatica la scaramanzia tipica degli attaccanti. In realtà si ricorda tutti i palloni buttati dentro, fin da quando ha cominciato a farsi notare da ragazzo. «Ho fatto il percorso al contrario», racconta. «Di solito si comincia dal basso per arrivare in alto. Io, invece, ho esordito in Eccellenza a 19 anni con la maglia della Belfiorese per poi giocare in Seconda Categoria con gli amici a Monteforte. Diciamo che non avevo la testa giusta per impegnarmi fino a quando non ho trovato mister Orfeo Correzzola. Da quel momento ho capito che avrei potuto fare ancora di più impegnandomi per davvero ed è iniziata la mia risalita fino alla D». Una scalata in piena regola che l’ha portato alle soglie del professionismo. «L’ho sognato ma, proprio quando sono arrivato al Caldiero, la squadra del mio paese nel quale sono cresciuto, ho capito che non avrei avuto le caratteristiche fisiche per fare il salto. Eppure, in amichevole contro il Chievo ho anche fatto gol, ma quando ho visto che con i doppi allenamenti e le sedute quotidiane il mio corpo è cresciuto, ho compreso che per essere dei pro bisognava iniziare prima. Ma non ho rimpianti, anzi. Ho ottenuto una storica promozione in D, ho segnato nella semifinale di Coppa Italia, andando ad esultare dov’erano assiepati i ragazzi delle giovanili perché mi ricordo bene quando ero un bimbo e facevo il raccattapalle al Berti sognando un’occasione del genere, e ho pure realizzato il primo gol in D del club». Più che una carriera calcistica, quella di Brunazzi, sembra la trama di un romanzo il cui ultimo capitolo è romanticissimo visto che Emilio è tornato a vestire la maglia della Belfiorese proprio in Eccellenza. «Ho segnato 13 gol in 20 partite con in mezzo pure un’operazione alla caviglia», specifica con il piglio di chi si è segnato per bene il conto alla rovescia verso le duecento. «Però, non sono mai stato così bene. Mi fermerò solamente il giorno in cui non andrò ai duemila in campo». Campionatone quello della squadra di mister Lonzar. Grazie anche alle reti del bomber è arrivato un quinto posto nel girone dominato dal Villafranca che adesso lotta per la D nel triangolare promozione. E, guarda caso, ad aprire la consueta Gol Parade, c’è proprio la zampata vincente di Ballarini contro il Portogruaro. Poi, l’astuzia di Giordano dell’Ambrosiana, e l’ennesimo sigillo di Manuel Prati. Chi meglio di bomber Brunazzi per giudicare? «Beh, quello di Ballarini», sorride, «anche perché avrei voluto segnarlo io ed essere con la Belfiorese al posto del Villafranca». Intanto Emilio si gode la famiglia, il negozio di abbigliamento, ed il centro sportivo, aperto in pieno lockdown, dove la specialità è il padel. «Quando ho firmato il contratto assieme al mio socio hanno ordinato la chiusura. Mi sono detto: o sono un pazzo o ci ho visto giusto», racconta. Oggi è frequentatissimo, ha fatto centro. Del resto, sono vent’anni che va a segno.

6 maggio 2022

Categorie: Calcio